Una superficie vetusta ed impossibile (un tappeto velocissimo e discontinuo), alcune assenze (Francesco Consorti e Daniel Biagetti), un’abitudine terraiola antica ed una giornata storta per quasi tutta la squadra, non consentono al CT Martinsicuro di trovare il primo successo in trasferta dell’anno. Eppure, nel misterioso Molise, la mattinata era iniziata sotto auspici discreti: un Lorenzo […]
Una superficie vetusta ed impossibile (un tappeto velocissimo e discontinuo), alcune assenze (Francesco Consorti e Daniel Biagetti), un’abitudine terraiola antica ed una giornata storta per quasi tutta la squadra, non consentono al CT Martinsicuro di trovare il primo successo in trasferta dell’anno.
Eppure, nel misterioso Molise, la mattinata era iniziata sotto auspici discreti: un Lorenzo Ciriaco spavaldo, mostrava i muscoli al torbido Mite, ma era costretto alla resa in due set (6-0 6-1): punteggio emblematico in un match non privo di gloria per il nostro Lorenzo, contro un avversario evidentemente superiore.
Nell’altro campo, Brunozzi sembrava scarico e non riusciva a trovare il bandolo della matassa contro un giovane rivale dal sicuro futuro. Un 6-3 6-3 senza rimpianti scivolato via come un ricordo fastidioso o un comico di inizio novecento su una buccia di banana.
Sotto per 2-0, Capitan Tommolini prendeva in mano la situazione e tentava di caricare i suoi ragazzi. Falliva.
Un Celestini nervoso come mai prima d’ora, trovava una prevedibile sconfitta contro l’implacabile (su questi campi) Perrella. Fabio si lasciava innervosire troppo facilmente dal furbo avversario; alcune palline dubbie, due arbitri cambiati, litigi e manate presunte fiaccavano il maestro mentalmente e fisicamente: 6-4 6-2 per il molisano.
Nell’ultimo singolare la compagine truentina tirava fuori l’orgoglio nella muscolare figura di Ivan Ripani: dopo aver perso il primo set contro un ottimo avversario, il Rullo traeva fuori dal suo immenso spirito una grinta esemplare e pareggiava la situazione. Portatosi avanti anche nel terzo, Ivan veniva raggiunto e superato, ma riusciva ad arrampicarsi con dedizione commovente al tie break: qui, ormai sfiancato, cedeva le armi fra gli applausi di tutti i presenti.
Doppi inutili: Tommolini scendeva in campo e mostrava come volleare, ma perdeva insieme al compagno di mille avventure Brunozzi. Ciriaco e Celestini si agevolavano del ritiro dopo un solo punto d’un avversario – forte mal di testa per lui -.
5-1 e ritorno in Abruzzo (un’odissea di 5 ore a causa di un incendio in A14, il danno oltre la beffa). Nel prossimo incontro – decisivo – contro lo squadrone moscianese, serviranno attributi maggiori e indomito coraggio: la squadra di Tommolini ha già mostrato in passato di poter compiere imprese all’apparenza impossibili.
Ad maiora.
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